Descrizione
E così eccomi qui, a parlare di lavoro. O meglio, dei problemi dei lavoratori e dei loro racconti, delle loro vicissitudini e di come si sono liberati di un peso che portavano non solo nello stomaco, ma in ogni parte del corpo, specialmente in testa. Ho deciso di raccontare queste storie, di queste persone che non ce l’hanno più fatta a lavorare in condizioni così precarie da chiedersi se sia meglio sopravvivere così o mollare tutto e godersi la propria famiglia. Perché, sinceramente, c’è davvero poca differenza tra lavorare 16 ore al giorno per una paga da fame, vedendo i propri cari solo la sera (possibilmente con figli ancora piccoli già a nanna) oppure restarsene a casa e godersi la famiglia, facendo qualche lavoretto ogni tanto per arrivare a fine mese. Insomma, la scelta è tra sacrificare la propria salute per lavorare o smettere di lavorare e non avere abbastanza soldi per vivere.
La cultura pop li chiama “quitters”, i disadattati al sistema lavorativo attuale, coloro che hanno avuto il coraggio di mollare un lavoro spesso a tempo indeterminato ma mal pagato, e scappare ovunque ci sia l’opportunità di una vita migliore per sé e per la propria famiglia.
Leggendo le loro storie, vi accorgerete che non è una decisione facile da prendere. Non lo è mai. Ma in certi casi è davvero – davvero! – l’unica possibilità.
Anche loro sono degli eroi, solo che non lo sapevamo.
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