Da che mondo è mondo, la corsa per Palazzo Chigi apre le porte alla fulminea carriera dei carrieristi in erba e dei capibastone locali. Nemmeno questa volta le cose sono andate diversamente, tanto che per non scontentare nessuno, il presidente del Consiglio ha dovuto ritardare di oltre un’ora il consiglio dei ministri per districare l’intricatissima matassa dei sottosegretari e viceministri.
Vincenzo De Luca è il trombato eccellente (e dunque si terrà l’incompatibile incarico che l’antitrust gli aveva sanzionato), ma ci sono anche eccellenti promossi al pari del primo cittadino salernitano, uno per parte, a destra e a sinistra. Il senatore del Nuovo centrodestra Antonio Gentile sarà sottosegretario alle infrastrutture, il Ministero di De Luca. Si segue dunque la linea degli indagati per nominare i sottosegretari: solo pochi giorni fa, il direttore del quotidiano L’Ora della Calabria ha raccontato di aver subito pressioni da parte dell’editore per non pubblicare la notizia di un’inchiesta a carico del figlio del senatore; al suo rifiuto lo stampatore ha bloccato il giornale in tipografia adducendo problemi tecnici. Ma non è affatto finita qui: l’assessore regionale alle infrastrutture in Calabria è Pino Gentile, fratello di Antonio; l’assessore alle infrastrutture e vicesindaco di Cosenza è Katya Gentile, figlia di Antonio. I Gentile saranno proprio bravi con le infrastrutture….
Altro passo e altra sponda. Promossa anche la renziana sarda Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie per le regionali dell’isola, successivamente autoesclusa dalla corsa per la presidenza e dalla lista degli assessori perché la Procura di Cagliari l’ha indagata per peculato, ossia appropriazione indebita di fondi pubblici nell’inchiesta che la procura ha aperto nei confronti di diversi consiglieri regionali di vari schieramenti sul presunto uso a fini personali dei finanziamenti destinati ai gruppi. Un nobile gesto, il suo, quello di lasciare il passo ad altri. Come però diceva un tale, a pensar male si fa peccato ma spesso si ci azzecca: per lei un posto di sottosegretario alla cultura nel nuovo governo Renzi. Ovviamente un avviso di garanzia non significa essere colpevoli, specie se non si hanno ancora prove a carico (beh, forse per Gentile il discorso è un tantino diverso).
Ma non basta dare un’occhiata ai curriculum per farsi un’idea del listone, che comprende 44 persone tra sottosegretari e viceministri, anzi conviene partire dagli equilibri di potere all’interno dell’esecutivo. La quota più consistente, come era prevedibile, è andata al Pd con 21 sottosegretari e 4 viceministri. Per la maggioranza sono renziani, ma troviamo anche sette franceschiniani e altri sette cuperliani. Uno solo è lettiano nel senso stretto del termine: l’ex presidente della Basilicata, Vito De Filippo, che si è dimesso per essere stato coinvolto nell’inchiesta sui rimborsi regionali (il mantra perpetuo di questi mesi); nessun civatiano, forse per far capire al ribelle democratico che certe scelte non pagano. A ruota seguono gli apostoli di Alfano a cui sono andati otto sottosegretari e due viceministri. Il ministro degli Interni ha preferito seguire la linea dell’organizzazione territoriale scegliendo i capibastone locali per non perdere il contatto nelle zone nevralgiche: oltre a Gentile spiccano il pugliese Massimo Cassano, il siciliano Giuseppe Castiglione e la padovana Barbara Degnai, presidente della provincia – cioè uno degli enti che Renzi ha promesso di cancellare. Tre sottosegretari e un viceministro per il gruppo più litigioso del Parlamento (dopo gli inarrivabili Cinquestelle, ovviamente): la fu lista Monti che comprende Scelta Civica e Popolari per l’Italia. Un seggio da viceministro anche per il segretario socialista Riccardo Nencini: prenderà il posto di De Luca alle Infrastrutture.
I ministri confermati sono solamente otto su sedici, mentre le riconferme tra i sottosegretari ben 17: il totale fa 62 membri dell’esecutivo di cui solo 17 donne (8 ministri, 9 sottosegretari, nessun viceministro). Tutto ciò mi fa pensare tutto il male possibile, a cominciare dalle riconferme in toto del Viminale: non solo Angelino Alfano ha conservato l’incarico di ministro malgrado la figuraccia rimediata nel caso Shalabayeva, ma si è visto anche confermati i suoi tre collaboratori, il viceministro Bubbico e i sottosegretari Bocci e Manzione. Altre conferme (ma qui ho poco da dire, vista la caratura dei vice) vanno al ministero degli Esteri con il viceministro Lapo Pistelli e il sottosegretario Giro. Conferma anche per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi Marco Minniti e di quasi tutta la squadra dello sviluppo economico, con i viceministri Calenda e De Vincenti e la sottosegretaria Vicari.
Le novità più rilevanti le troviamo a Palazzo Chigi con Luca Lotti (pasdaran renziano da sempre) sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, e il prodiano – e neo renziano – Sandro Gozi che avrà la delega pesante agli affari dell’Unione europea. Alle Riforme arriva il mio amico Ivan Scalfarotto che si occuperà anche dei rapporti col Parlamento e soprattutto con il compito di dedicarsi, finalmente, alle unioni civili. All’esperto renziano di legge elettorali e regista dell’Italicum, Gianclaudio Bressa, gli si è trovato un posto solo agli affari regionali, mentre come sottosegretario alla Difesa è stato scelto Domenico Rossi, generale di corpo d’armata ancora in servizio attivo ed ex presidente del Cocer (il Consiglio Centrale di Rappresentanza delle Forze Armate). Rossi è stato eletto con Monti ma è passato con i Popolari di Mauro dopo la scissione. Come sottosegretario allo Sviluppo Economico guidato da Federica Guidi, è stato nominato il franeschiniano Antonello Giacomelli (con un passato di direttore di una televisione privata fiorentina ed ex collaboratore del gruppo Cecchi Gori) che avrà anche la delega alle Telecomunicazioni. Infine, la ciliegia, è la scelta di Enrico Costa quale viceministro alla Giustizia. Ha un ché di paradossale scegliere l’ex capogruppo in commissione giustizia del Pdl come viceministro: con tutti i possibili riferimenti che poteva avere, Renzi doveva proprio scegliere colui che ha firmato il legittimo impedimento per il Cav.? Non parlo di giustizialismo a prescindere, ma di un minimo di buon senso per evitare critiche inutili.
Ecco, dopo tutta questa sequela di nomi, io, ad essere sincero, da Renzi premier mi aspettavo molto più coraggio nelle scelte anche se mi rendo conto che questo non è propriamente il governo che volevamo. Come sempre lo metterò alla prova per valutarne l’operato, ma, detta tra i denti, non mi aspetto granché. Spero di sbagliarmi.
Di seguito l’elenco di viceministri e sottosegretari.
Presidenza del Consiglio. Sottosegretari: Luca Lotti (Pd) delega all’Editoria e Marco Minniti (Pd) delega ai Servizi segreti, Sandro Gozi (Pd)
Esteri. Viceministro: Lapo Pistelli (Pd). Sottosegretari: Benedetto Della Vedova (Sc), Mario Giro (Pi)
Interni. Viceministro: Filippo Bubbico (Pd). Sottosegretari: Gianpiero Bocci (Pd), Domenico Manzione (Pd)
Economia. Viceministri: Enrico Morando (Pd) e Luigi Casero (Ncd). Sottosegretari: Pierpaolo Baretta (Pd), Giovanni Legnini (Pd) e Enrico Zanetti (Sc)
Lavoro. Sottosegretari: Teresa Bellanova (Pd). Franca Biondelli (Pd) Luigi Bobba (Pd), Massimo Cassano (Ncd)
Sviluppo economico. Viceministri: Carlo Calenda (Sc), Claudio De Vincenti (Pd). Sottosegretari: Antonello Giacomelli (Pd) con delega alle Tlc, Simona Vicari (Fi)
Difesa. Sottosegretari: Domenico Rossi (Pi), Gioacchino Alfano (Ncd)
Istruzione. Sottosegretari: Angela D’Onghia (Ii), Roberto Reggi (Pd) Gabriele Toccafondi (Ncd)
Giustizia. Viceministro: Enrico Costa (Ncd). Sottosegretario: Cosimo Ferri
Infrastrutture. Viceministro: Riccardo Nencini (Psi). Sottosegretari: Antonio Gentile (Ncd) e Umberto Del Basso De Caro (Ncd)
Salute. Sottosegretario: Vito de Filippo (Pd)
Riforme, Rapporti col Parlamento. Sottosegretari: Ivan Scalfarotto (Pd), Maria Teresa Amici (Pd) Luciano Pizzetti (Pd)
Ambiente. Sottosegretario: Silvia Velo (Pd)
Politiche Agricole. Viceministro: Andrea Olivero (Pi). Sottosegretario: Giuseppe Castiglione (Ncd),
Cultura. Sottosegretari: Francesca Barracciu (Pd), Ilaria Borletti Buitoni (Sc)
Semplificazione e Pubblica Amministrazione. Sottosegretario: Angelo Rughetti (Pd)
Affari Regionali. Sottosegretario: Gianclaudio Bressa (Pd)
This post was last modified on 14 Novembre 2018 17:04