Non si tratta di una battaglia tra fedi diverse, ma tra criminali che vogliono cancellare la vita umana e persone di tutte le religioni che cercano di proteggerla: è una lotta tra il bene e il male.

In Arabia Saudita, davanti a 55 capi di stato mediorientali, Donald Trump sotterra la ‘guerra fra civiltà’ che aveva caratterizzato la sua campagna elettorale, e torna a fare il presidente degli Stati Uniti. Lo ha fatto soprattutto guadagnando punti sulla politica estera rafforzando la fondamentale collaborazione con l’Arabia Saudita e (ri)chiudendo il fronte con l’Iran che secondo Trump sarà causa di discordia con l’Europa.

Il discorso di Trump è andato molto bene, ma Elliot Abrams (advisor di George W. Bush sul Medio Oriente) sul National Review vede un punto oscuro: Trump ha detto che l’Islam deve combattere il terrorismo, definendolo un’ideologia, ma la sua soluzione è puramente militare e non culturale: non ha individuato le ragioni di quell’odio, che resta sospeso. In ogni caso, la visita di Trump in Arabia Saudita è stata positiva.