Boni propositi

Che sia una mezza legge, un pasticcio come dice Civati, o un ‘bordellum‘ come lo chiama Fioroni, settimana prossima l’Italicum approderà alla Camera per essere approvato e Renzi metterà il sigillo alla prima delle sue promesse: la legge elettorale. Che poi nemmeno questa legge riuscirà a garantire la governabilità passa in secondo piano: non è importante quale legge si approvi ma che la si approvi durante la luna di miele di questo esecutivo. Ovvio, si possono fare diverse congetture. Le primarie per legge, ad esempio; oppure la parità di genere (boiata) per garantire la metà di rappresentanza femminile. Peraltro, come si legge sui giornali, due emendamenti stralciati dal governo perché a rischio costituzionalità. C’è da dire, inoltre, che la contraddizione sugli emendamenti prima aggiunti e poi tolti, arriva proprio da coloro che inizialmente dovevano fare ostruzionismo a questa legge. Parlo dei forzisti, dei lettiani, della sinistra del Pd e addirittura degli apostoli di Alfano. E invece niente: tutti a braccetto nel dire che la legge va approvata perché “l’urgenza della sua azione rifor­ma­trice è det­tata dalle urgenze del paese, dalle euro­pee, e ora anche dall’Europa“. In soldoni: si deve arrivare al 25 maggio con un risultato nello zaino.

D’altra parte l’agenda Renzi è talmente piena di buoni propositi che non ci si può bloccare per una ‘stupida’ legge elettorale. È vero, eh. Ce l’hanno ribadito anche ieri nell’incontro che il premier ha avuto a Bruxelles con i grandi d’Europa: l’Italia è «paese con squilibri macro-economici ecces­sivi». Basta questo per far nuovamente correre il premier.

Fase uno: le riforme. Renzi sta girando in lungo e in largo le scuole del paese, una a settimana, ieri a Siracusa, per «fare cose ope­ra­tive» del tipo «2 miliardi di euro pronti per l’edilizia sco­la­stica».

Fase due: Job Act e Piano casa. Mercoledì prossimo, in consiglio dei ministri, inizieranno le tappe forzate per il job act e il piano casa partendo dal patto di stabilità da sbloccare a favore del nord, impiegare bene e meglio i fondi euro­pei per il sud. Infine, «un miliardo o due» da utilizzare per il dis­se­sto idro­geo­lo­gico.

Se questi buoni propositi verranno realizzati – se sono realizzabili – lo vedremo dopo le europee. L’hanno capito anche i Giovani Turchi, come ammette Orfini, che tifano per il successo del 25 maggio. Il 26, in caso di insuccesso, saranno pronti a sfiduciarlo come il resto dei democratici.

Pedala Matteo, pedala…

This post was last modified on 14 Novembre 2018 17:04