In un poligono dell’Arizona una bambina di nove anni ha ammazzato il suo istruttore di tiro.
In poche parole, mentre lui le insegnava l’utilissima arte di sparare con un UZI, lei ha tirato il grilletto, l’arma ha rinculato, la bimba si è scomposta e lui ci è finito in mezzo.
L’UZI è una “submachine gun“, cioè una specie di mitragliatore automatico “concentrato” in un’arma più piccola.
L’UZI è un’arma da guerra.
Quando ho imparato a pilotare un aeroplano mi hanno insegnato che qualsiasi attività pericolosa non deve mettere in pericolo la vita di chi la pratica nel caso si verifichi un singolo problema (“a catastrophic failure condition must not result from the failure of a single component“). Ce ne vuole più d’uno.
Per questo, quando succede un disastro come quello accaduto in Arizona, si procede ad analizzare la cosiddetta catena degli eventi.
Lo si fa all’indietro per vedere dove la si sarebbe potuta interrompere e, nel caso, modificare la procedura.

Ci provo io.

  1. L’istruttore muore perché viene colpito da molti proiettili.
  2. Partono molti proiettili perché l’arma è impostata in “full-automatic”.
  3. L’arma in “full automatic”, non appena metti male un dito, va fuori controllo, specialmente se in mano a una bambina di 9 anni.
  4. L’arma fuori controllo ha colpito l’istruttore perché questi si trovava di fianco alla bambina.
  5. L’istruttore si trova di fianco alla bambina e non, come prevedono le procedure, dietro di lei in posizione di sicurezza per accompagnarla nei movimenti e nel maneggio dell’arma, perché pare che spesso i genitori si lamentino che nel video che stanno girando si vede solo il sedere dell’istruttore. Ai genitori peraltro non è consentito mettersi di lato perché la posizione – come abbiamo visto – è pericolosa.
  6. La bambina imbraccia un’arma da guerra. In America si può fare. In Italia (se le leggi non sono cambiate da quando me lo hanno spiegato durante il servizio di leva) non è possibile possedere armi da guerra, nè loro parti. Manco un bossolo sparato. Se avesse impugnato una pistola di piccolo calibro, oggi forse l’istruttore starebbe rilasciando interviste dal letto di un ospedale.
  7. In USA puoi portare una bimba di 9 anni a sparare al poligono. La legge prevede che i minori di 18 anni possano usare armi da fuoco sotto la supervisione di un adulto.

Come vediamo, è difficile e forse ipocrita parlare di fatalità, errore, disattenzione, trascuratezza.
Io ho elencato 7 punti critici, 7 “eventi” che si sono succeduti uno dopo l’altro, dal numero 7 al numero 1, con diversi soggetti coinvolti, senza alcuna interruzione.
La “catena” ha portato alla morte di un uomo, ad un trauma dalle dimensioni incalcolabili in una bimba di 9 anni, a conseguenze che non so valutare (ma credo importanti) sull’equilibrio di due famiglie.

(Le note di Cristiano sono sempre le migliori)