Cerco lavoro

Leggendo un articolo di Paul Krugman di pochi giorni fa, mi ha ispirato una massima corrosiva di Upton Sinclair, Pulitzer nel 1943, che dice: “È difficile far capire qualcosa ad una persona, quando il suo stipendio dipende dal fatto di non capirla“. Oggi quella massima la ribalterei per renderla attuale e più realistica: è incredibile quanto sia difficile far capire qualcosa a qualcuno il cui stipendio dipenderebbe dal capirla. Chi deve capire, chi è pagato per capire le cose prima degli altri, è naturalmente la classe politica ma anche la classe giornalistica. In questi sei anni di crisi feroce, sui giornali italiani abbiamo letto il balsamo delle banalità. Ci spomatavano di incompetenza imboccandoci l’elisir del luogo comune scialbo e immutevole nel tempo.

È notizia di poche ore fa che 58 giornalisti  della Repubblica, tra marzo 2014 e febbraio 2016, andranno in pre-pensionamento a fronte di 16 nuove assunzioni. Non voglio accanirmi contro le 58 penne di via Cristoforo Colombo perché il lavoro è importante per tutti, nessuno escluso. Però, a conti fatti, non tutti i mali vengono per nuocere. Per cui non è un pippone quello voglio fare, anzi è proprio il contrario.

Dando un’occhiata ai titoli economici di questi giorni, leggiamo che per il Fondo monetario internazionale l’Italia è sulla strada giusta. Ma se controlliamo le stesse pagine di uno, due, tre anni fa, notiamo che sono state rese le stesse identiche dichiarazioni. Dato che sono anni che ci dicono le stesse cose, con tutta evidenza possiamo tranquillamente concludere che eravamo sulla strada sbagliata già da tempo anche se ci dicevano che eravamo sulla strada giusta.

Per carità, il Fmi deve tirarci su il morale e quelle dichiarazioni assurde andavano in tal senso. Ma i giornalisti? I giornalisti che riportavano le parole degli espertoni newyorchesi, è mai possibile che non si sono mai fatti un’idea ben precisa di come stavano esattamente le cose? Dovrebbero essere anche loro degli esperti, o no?

Di cosa ci stiamo lamentando se nemmeno coloro che dovrebbero vedere la crisi prima degli altri la vedono. Di che ci lamentiamo se nessuno dei cosiddetti esperti in materia economica è andato a chiedere al presidente del Consiglio cosa contiene il nuovo Job Act che esporrà alla Merkel tra qualche settimana, se nemmeno noi italiani sappiamo cosa contiene la nuova riforma del lavoro. Perché è così importante ripetere le sciocchezze dei leader quando invece dovremmo sforzarci di capirle, quelle parole? Dovremmo vedere lontano, e invece arriviamo a stento al nostro naso.

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Non vorrei che rimanessimo da soli a protestare contro noi stessi.

This post was last modified on 14 Novembre 2018 17:04