Il consiglio dei ministri approverà oggi la riforma del lavoro. Dopo la Cgil, anche la Cisl si oppone ai licenziamenti più facili dell’articolo 18 modificato.

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Il governo non cede sulla riforma del lavoro

Il ministro Fornero spiega la riforma del lavoro

«Il consiglio dei ministri di oggi non varerà la riforma del mercato del lavoro. Stamani si limiterà a votare un documento di principi generali. Poi all’articolato lavoreranno i ministri, in attesa del rientro del premier Monti dal suo viaggio in Asia». E’ quanto annunciato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, al termine dell’incontro governo-parti sociali che si è tenuto ieri a palazzo Chigi.

Atto di indirizzo tra le mani, Fornero ha spiegato che il governo non può presentare al parlamento un documento di policy. Poi è tornata sull’articolo 18: «Il governo non farà assolutamente alcuna marcia indietro. E poi, marce… Il governo fa passi, passi in avanti», ha detto il ministro.

Poche ore prima a parlarne era stato il premier Monti: «Sull’articolo 18 abbiamo percepito una diffusa preoccupazione su cui vorrei rassicurare tutti. Ma per i licenziamenti economici non ci sarà nessun reintegro». Niente modello tedesco dunque, l’indennizzo resta l’unica opzione.

Poi, per distendere il clima: «E’ nostro dovere evitare abusi. Il governo s’impegna affinchè questo rischio non si verifichi. E’ nostro dovere evitare discriminazioni con un minimo di attenzione alla stesura» conclude il presidente del Consiglio.

Ben poca cosa dopo lo stop durissimo arrivato dalla Cgil che ha indetto lo sciopero generale.

Sull’applicare o meno le modifiche dell’articolo 18 agli statali, il ministro del Welfare ha chiarito: «Non era nel mio mandato e potere intervenire. Questo non vuol dire che non interverremo. Il governo valuterà cosa deve essere fatto». Di questa eventuale modifica se ne occuperà il ministro Patroni Griffi.

Dopo un incontro con Monti, in via riservata, il leader della Cisl Bonanni aveva annunciato a sorpresa: «Anche la Cisl vuole cambiare la norma sui licenziamenti economici e fare una riforma del lavoro credibile. Vogliamo il modello tedesco, speriamo di ottenerlo col sostegno del Pd».

Sostanzialmente significa che la modifica dell’articolo 18 toccherà anche gli statali, visto che la Cisl ha tra i propri iscritti una percentuale altissima di impiegati pubblici. E’ questo, presumibilmente, il motivo per cui il segretario Bonanni, di colpo, ha deciso di sostenere le altre forze sindacali contro la riforma appena varata dall’esecutivo.

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