Quando niente e quando troppo. L’unione bancaria, la tragica vignetta di Staino sull’Unità, i forconi, il filmato choc di Lampedusa, il serial killer in gita premio. Ma la palma di notizia del giorno se l’aggiudica la profezia del premier Letta sulla crescita: un punto nel 2014 e due nel 2015.

Ecco, se mi permettete questo è davvero populismo. Bieco populismo. Perché viene da chi sta al timone, non da chi le spara grosse per afferrarlo. E’ peggio del milione di posti di lavoro di Berlusconi perché quell’altro ingannava su un sogno di ricchezza. Questo inganna su una tragedia di povertà. E il perché poi è incomprensibile.

Letta lo sa che non c’è uno straccio di possibilità di centrare il primo, figuriamoci il secondo, obiettivo. Sa che verrà smentito da trimestrale in trimestrale, come sono state smentite tutte le previsioni fatte dal diversamente economista Mario Monti. Quindi non dico i discorsi di verità di churchilliana memoria, ma fare, solo per prudenza, come Liedholm per cui la squadra da affrontare era sempre “più forte di Real Madrid e con i più forti iocatori del mondo“. Almeno quello, no?