“La Cancellieri smentita dai tabulati”, scrive Repubblica. Il quotidiano di via Cristoforo Colombo riporta le numerose telefonate tra il marito del ministro della Giustizia, Sebastiano Peluso, e il fratello di Salvatore Ligresti, Antonino.

In virtù della mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 stelle, a cui il 21 novembre la Camera dovrà dar seguito votandola, Cancellieri ha scritto una lettera pubblica per difendersi dalla accuse di Repubblica. Nella lettera, però, non si fa riferimento a possibili dimissioni come chieste a gran voce da tre dei quattro candidati alla segreteria del Partito Democratico: Pippo Civati, Matteo Renzi, Gianni Pittella. L’altro candidato, Gianni Cuperlo, chiede invece a Letta di chiarire la posizione del guardasigilli; mentre Massimo D’Alema, come al solito, è più tecnico, se mi passate il termine: «Da quello che ho potuto capire il ministro Cancellieri non ha compiuto alcun illecito, mentre è illecita la diffusione dei tabulati delle telefonate private delle persone».

Questo il testo della lettera che il ministro Cancellieri ha scritto per difendersi dalle nuove indiscrezioni riferite da Repubblica:

Sono di nuovo riportate in modo insistente notizie sul mio comportamento in relazione alle vicende collegate all’arresto di Salvatore Ligresti e dei suoi figli. Si sostiene che io abbia omesso di riferire circostanze rilevanti o peggio che abbia mentito al Parlamento il 5 novembre scorso. Si sostiene che abbia riferito circostanze non vere al Pubblico Ministero che mi ha ascoltato il 22 agosto scorso a seguito della intercettazione di una mia conversazione con la compagna di Salvatore Ligresti. Mi si accusa, in sostanza, di essere venuta meno ai miei doveri di ufficio e di aver addirittura tenuto un comportamento infedele nei confronti delle Camere.

Non è più, dunque, solo questione che riguardi l’opportunità di alcuni miei comportamenti o l’appannamento della mia immagine. Viene, invece, messa in discussione la mia integrità morale, il mio onore e la mia fedeltà alle Istituzioni. Sono, dunque, costretta a tornare di nuovo su una storia che ritenevo di aver definitivamente chiarito. Non ho mai nascosto la mia lunghissima amicizia con Antonino Ligresti. L’ho riferito al Pubblico Ministero che mi ha sentito e l’ho detto in Parlamento lo scorso 5 Novembre. Un rapporto di amicizia è tale perché implica una frequentazione fatta anche di conversazioni e di contatti telefonici. Ho riferito al P.M. del contenuto delle conversazioni intercorse con Antonino Ligresti che hanno avuto come oggetto lo stato di salute di Giulia Ligresti. Una è del 19 agosto, l’altra di due giorni dopo, del 21 agosto. La prima telefonata è stata fatta da me ma solo a seguito di diversi tentativi fatti da Antonino Ligresti di raggiungermi al telefono.

La seconda conversazione è in risposta ad un ulteriore contatto proveniente da Ligresti. Di questi due contatti ho riferito puntualmente alla Procura perché questi erano quelli che avevano ad oggetto i fatti sui quali sono stata sentita. Basta leggere il verbale redatto dalla Procura per verificare la correttezza e la veridicità delle mie dichiarazioni. Al contrario, sono stata io a riferire il contenuto dei dialoghi con Antonino Ligresti e a spiegarne il senso. Su cosa avrei mentito appare incomprensibile.io marito ha avuto contatti telefonici con Antonino Ligresti.

Questa sarebbe una questione che mette in discussione il mio operato. Antonino Ligresti è nostro amico, lo ribadisco. È un medico; mi sono rivolta spesso a lui per consigli su problemi di salute miei e dei mie familiari. L’abbiamo fatto anche in quel periodo – all’epoca dei fatti ero reduce da un recente intervento chirurgico – ed anche in seguito per i problemi di salute che sono tuttora visibili e noti. Nessuna interferenza vi è stata rispetto alla vicenda processuale dei Ligresti da parte mia, credo di averlo spiegato in modo chiaro e ripetuto.

Ora si ipotizza che l’avrebbe fatto mio marito soltanto perché si trova in tabulato la traccia di alcune conversazioni. Rifiuto qualunque sospetto sulla correttezza del mio operato e sul rispetto delle regole come cittadina e come Ministro.