All’incontro col presidente della Repubblica per le consultazioni di rito non c’erano, per i 5 Stelle, solo i portavoce Crimi e Lombardi, ma anche Beppe Grillo. E Grillo si è lasciato cogliere dalle meraviglie del palazzo del Quirinale prima di parlare con Giorgio Napolitano.

È stato un incontro socievole ma tinto di humor inutile per via delle dichiarazioni – possiamo considerarle “sobrie” – del capogruppo al Senato Vito Crimi alla fine dell’incontro con l’inquilino del Colle, ma sicuramente il più atteso. Napolitano e Grillo non si sono intesi particolarmente, anzi, proprio Grillo – in giacca e cravatta al cospetto di Re Giorgio – non ha nemmeno ascoltato le parole del presidente, viste le sue intransigenze: fate voi un nome, chiede Napolitano; «Dia l’incarico a noi, poi faremo sapere il nome», è stata la  risposta del leader M5S. «Ma i voti per la fiducia chi ve li dà?», ha avuto come ovvia risposta dal presidente. Un politico di razza prima ascolta poi parla. Al presidente non è sembrato vero che Grillo parlava d’altro mentre la massima carica dello Stato gli esponeva le tesi costituzionali o solamente politiche data la situazione italiana altamente instabile. Ma niente, Grillo vive in un altro mondo, un mondo fatto di stelle: intanto partiamo, poi si vede… La lezioncina del Capo dello Stato è stata prontamente derisa dal comico iniziato alla politica: «Ma quelli sono i partiti di una volta, qui è cambiato tutto». Ce ne siamo accorti caro Grillo.

Il colloquio è durato la canonica oretta come prevede il cerimoniale, al termine del quale le solite dichiarazioni preconfezionate della capogruppo ad interim alla Camera Roberta Lombardi. Infine il video-messaggio di Crimi insolente e sbruffone: «Napolitano ha ascoltato molto Beppe e Beppe l’ha visto un po’ più sveglio rispetto a quello che pensava». Commento che Pasquale Cascella, portavoce di Napolitano, ha commentato con un tweet

«Il Movimento 5 Stelle è stato il primo per numero di voti alle ultime elezioni, chiediamo un incarico di governo per realizzare il nostro programma» dice Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera. Però dando un’occhiata ai dati del Ministero dell’Interno la Lombardi ha torto:

Camera 1

150mila voti di differenza tra Democratici e 5 Stelle.

Se andiamo a leggere i dati per la sola circoscrizione Italia, il discorso è diverso:

Camera 2

45mila voti la differenza tra Dem e 5 Stelle. Ma i voti si contano nel loro totale, e il Pd raccoglie più del triplo dei voti del M5s tra gli italiani all’estero.

Non è però mancata la foto di rito tra Vito Crimi, Roberta Lombardi e Beppe Grillo all’uscita dal Quirinale

Grillo-Crimi-Lombardi