Alla fine il PD sardo ha scelto il suo candidato presidente alle regionali di febbraio: si tratta di Fran­ce­sco Pigliaru, docente di eco­no­mia all’Università di Cagliari ed ex asses­sore al Bilan­cio nella giunta Soru dal 2004 al 2009. Il parto non è stato semplice ma piuttosto controverso, tanto che c’è voluta la mediazione di Luca Lotti, braccio destro di Renzi, per scongiurare l’ennesima bagarre attorno al candidato governatore che ha dovuto sudare parecchio per ricevere l’investitura unanime dalla Direzione regionale di domenica scorsa.

Pigliaru, sassarese sessantenne lau­reato in Scienze poli­ti­che, ha ricevuto l’endorsement anche dagli alleati Sel, Ita­lia del valori e Ros­so­mori, tra i più attivi nel chie­dere il passo indie­tro di Francesca Barracciu, inda­gata per lo scan­dalo dei fondi ai gruppi in con­si­glio regio­nale. Il neo candidato si è dovuto confrontare con altri tre possibili contendenti: il senatore Giam­piero Scanu, il ret­tore dell’Università di Sas­sari Atti­lio Mastino e il segre­ta­rio della Fnsi Franco Siddi. Alla fine, dopo una direzione fiume protrattasi fino alle quattro del mattino, i delegati hanno scelto l’economista sassarese all’unanimità. Il nome di Pigliaru è stato pro­po­sto in prima istanza dalla com­po­nente Bar­rac­ciu per poi spostarsi anche sulle altre due aree prin­ci­pali del Pd sardo – quella che fa capo al pre­si­dente della Fon­da­zione del Banco di Sar­de­gna Anto­nello Cabras e quella che ha come lea­der l’ex gover­na­tore sardo Renato Soru. Alle regionali del 16 febbraio dovrà vedersela con la scrit­trice Michela Mur­gia della coa­li­zione Sar­de­gna pos­si­bile, con il depu­tato ed ex pre­si­dente della Regione Mauro Pili (ex Pdl, ora lea­der di Uni­dos), con gli indi­pen­den­ti­sti di Meris e del Fronte Unidu indi­pen­den­ti­sta, Cri­stina Puddu e Pier Franco Devias, e infine con Gigi Sanna del Movimento zona franca.

Se nel centrosinistra si è trovata la quadra, il M5S invece sembra al collasso politico non partecipando alle elezioni. Beppe Grillo ha infatti deciso di non concedere il simbolo del Movimento 5 Stelle a causa delle divi­sioni fra gli atti­vi­sti, sfo­ciate in una montagna di liste con oltre 200 aspi­ranti con­si­glieri regio­nali. Sabato scorso le varie anime del movimento si sono riuniti, mediati da alcuni parlamentari, ed hanno presentato a Grillo una lista unica di nomi compreso il candidato presidente. Lista però che non ha convinto il leader del M5S a concedere il simbolo.