Domani, con i caucus in Iowa, iniziano ufficialmente le primarie repubblicane. Per non farvi perdere proprio nulla di ciò che succederà dal 3 gennaio al 26 giugno, abbiamo pensato di iniziare uno speciale Primarie GOP 2012” che si concluderà il giorno della nomination per lo sfidante di Obama a novembre. In questo primo articolo scopriamo chi sono i candidati e come sono arrivati a queste primarie. L’ordine, naturalmente, segue gli ultimi sondaggi.

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Mitt Romney

Mitt Romney
Età 64 anni
Candidato dall’11 aprile
Sito web: www.mittromney.com
Twitter: @mittromney
Facebook: mittromney

Una cosa di Mitt Romney la sanno tutti: è mormone. Ora la sfida, per il candidato repubblicano alla Casa Bianca considerato “più eleggibile”, è riuscire a spostare l’attenzione degli elettori su altri aspetti della sua biografia. Per esempio la capacità di risanare le aziende in crisi, che in un momento di grave difficoltà economica potrebbe risultare preziosa per gli Stati Uniti. Willard Mitt Romney, nato in Michigan nel 1947, ha la storia di un predestinato. Suo padre George era stato prima un imprenditore nel settore automobilistico, poi governatore dello stato, quindi ministro dell’amministrazione Reagan e candidato alla Casa Bianca. Da ragazzo Mitt non era un bravo studente, nè un buon atleta, tanto che a scuola gli avevano dato il premio di “alunno che avrà più possibilità di distinguersi seguendo strade non usuali”. L’esperienza che lo ha cambiato è quella legata all’unico aspetto della sua biografia che incrina il perfetto wasp: la fede religiosa. A vent’anni era partito per la Francia come missionario mormone, e quando è tornato era una persona diversa: concentrato, deciso a fare qualcosa della sua vita. Aveva studiato prima alla Brigham Young University dello Utah, un classico per i mormoni, e poi ad Harvard, dove aveva preso un master in legge e in economia. Era già sposato con Ann all’epoca degli studi e aveva un figlio, ma era arrivato lo stesso tra i primi della classe. Era rimasto a Boston, per lavorare nel settore finanziario, e si era fatto una reputazione e un capitale lavorando per la Bain & Company. Acquistava compagnie in crisi, le ristruttrava e le rivendeva. E lo faceva così bene che alla fine, quando proprio la Bain era finita nei guai, avevano scelto lui come capo per risanarla. Stesso discorso con le Olimpiadi di Salt Lake City, nel 2002, che aveva preso in mano quando avevano un buco di oltre 300 milioni e le aveva concluse con un surplus. Dal business ha ricavato una fortuna di oltre 200 milioni di dollari e una filosofia, che poi ha cercato di portare in politica. Prima sfidando Ted Kennedy per il seggio di senatore, poi diventando governatore del Massachusetts. Nel 2008 aveva già conteso a McCain la nomination repubblicana, e per il 2012 è diventato il candidato inevitabile. Gli avversari lo accusano di essere freddo e cambiare spesso idea: era favorevole all’aborto e alle unioni civili, come governatore ha voluto una riforma della sanità troppo simile a quella di Obama. Lui risponde che solo i paracarri non cambiano mai posizione: un presidente deve essere pragmatico e scegliere le soluzioni migliori nell’interesse del suo paese

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Rick Perry

Rick Perry
Età 61 anni
Candidato dal 13 agosto
Sito web: www.rickperry.org
Twitter: @governorperry

Facebook: GovernorPerry

Un ex democratico, che scavalca a destra quasi tutti i candidati repubblicani alla presidenza, e un governatore del Texas in rotta con la famiglia Bush, che per il Gop è sinonimo di quello stato. E’ curiosa la storia politica di Rick Perry, perché racchiude insieme le ragioni che lo rendono popolare, e quelle che minacciano di deragliare la sua corsa verso la Casa Bianca.

La famiglia di Perry vive in Texas da prima che esistessero gli Stati Uniti. Lui ne è uscito solo da ragazzo, quando faceva il pilota di C130 nella Air Force e volava sopra i cieli del Medio Oriente e dell’Europa. Si era arruolato subito dopo la laurea in scienze biologiche alla Texas A&M University, perché «non ero strutturato per vivere fuori da un ambiente militare. Se fossi andato in un’altra università avrei cominciato a frequentare l’ambiente goliardico e non sarei durato più di un semestre».

Invece l’Air Force, insieme ai Boy Scouts, l’aveva messo in riga. Quando si era congedato, col grado di capitano, aveva sposato la fidanzatina dei tempi delle elementari, Anita Thigpen, ed era andato a lavorare nel business del cotone con suo padre. La politica aveva iniziato ad intrigarlo durante il funerale di Sam Rayburn, un famoso leader democratico locale. Anche il padre di Rick era democratico e lui era stato eletto deputato del Texas in quel partito, per un’antica tradizione secondo cui al sud molti sceglievano l’asinello in odio all’elefante repubblicano che li aveva sconfitti durante la guerra civile. Nel 1988, però, Perry era arrivato ad appoggiare la candidatura alla Casa Bianca di Al Gore. L’esperienza lo aveva devastato, al punto che l’anno dopo era passato con i repubblicani. Prima era stato eletto “ministro” dell’agricoltura e poi vice governatore. All’epoca il governatore era George Bush, con cui Rick aveva litigato perché gli aveva portato via il suo principale consigliere: Karl Rove. Ma quando nel 2000 Bush era andato alla Casa Bianca, Perry aveva preso il suo posto, restandoci fino ad oggi. Il governatore rimasto più a lungo in carica continuativamente.

Rick appoggia la pena di morte, la riduzione delle tasse, è contro l’aborto, e da buon leader di uno stato produttore di petrolio considera il riscaldamento globale un inganno. Certe sue posizioni, però, spaventano anche i repubblicani: per esempio, ha accusato il capo della Fed Bernanke di tradimento. Punta sul fatto che in tempi di crisi il Texas è lo stato che ha creato più posti di lavoro, ma è agli ultimi posti nelle statistiche di istruzione e sanità. Parla chiaro e diretto, come quando da ragazzo vendeva libri porta a porta. Questo atteggiamento lo rende popolare, ma rischia anche di fargli sbattere in faccia l’uscio dei moderati.

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Ron Paul

Ron Paul
Età 76 anni
Candidato dal 13 maggio 2011
Sito web: www.ronpaul2012.com

Twitter: @ronpaul
Facebook: ronpaul

Ron Paul, nato nel 1935 in Pennsylvania, è da oltre tre decenni un politico di professione, sempre eletto per i Repubblicani alla Camera di Washington nel distretto texano di Galveston nelle tre fasi della sua carriera parlamentare: nel biennio 1976-1977, dal 1979 al 1985, e infine dal 1997 ad oggi, per un totale di dodici mandati da deputato. Qualche mese fa Paul ha annunciato che non correrà più per la Camera nel 2012, per concentrarsi nella corsa alla Casa Bianca.

La scelta di darsi alla politica è stata una folgorazione dovuta alla lettura de “La strada per la schiavitù” di Friedrich von Hayek, Nobel dell’economia e padre della Scuola di Vienna pro libero mercato, ispiratrice in America della Scuola di Chicago di Milton Friedman. Fino a quel momento, il quarantunenne Paul aveva fatto il ginecologo-ostetrico, con all’attivo 4000 parti. Laureato alla Duke University, cristiano battista, sposato e padre di 5 figli, dal 1963 al 1968 ha fatto il militare per la National Guard, finendo capitano. In politica, forte delle sue idee radicali incentrate sulla libertà dell’individuo e sulla denuncia del ruolo oppressivo del grande governo, ha anche flirtato con il partito Libertario, di cui è stato candidato per la presidenza degli Stati Uniti nel 1988. Paul, che ha un figlio, Rand, eletto nel 2010 al Senato con l’appoggio dei Tea Party, aveva già cercato senza successo la nomination Repubblicana nel 2008. In questa tornata sta andando meglio: i dati rilevati da Real Clear Politics, che sono i più indicativi in quanto registrano tutti i sondaggi singoli nazionali e fanno la media, lo danno a fine ottobre all’8,5%.

E’ in terza posizione dietro a Romney e Perry, le sue chance di avere la nomination sono praticamente nulle con due “assi” del genere. Ha una base di fedelissimi, ma il popolo dei Tea Party e dei repubblicani più conservatori ha dimostrato di preferirgli prima Cain e adesso Perry, considerati più eleggibili contro Obama, meno estremisti in economia e più patriottici. Paul è per l’abolizione della Federal Reserve e per il ritorno all’aggancio del dollaro all’oro; in politica estera è per il ritiro immediato dei soldati Usa da tutti i teatri di guerra, e non considera l’Iran nucleare un gravissimo problema. Per minoritaria che sia, la posizione isolazionista di Paul può raccogliere qualche consenso anche a destra in una opinione pubblica stanca dopo 10 anni di guerra in Afghanistan. E se le lusinghe del partito Libertario, che gli ho offerto la nomination che il Gop non gli darà mai, convinceranno Paul a scendere in campo come terzo candidato (lui non l’ha escluso), il “tradimento” sarebbe con ogni probabilità decisivo nel ridare il bis ad Obama.

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Newt Gingrich

Newt Gingrich
Età 68 anni
Candidato dal 11 maggio 2011
Sito web: www.newt.org
Twitter: @newtgingrich
Facebook: newtgingrich

L’uomo dei contratti con gli americani. Il primo lo firmò nel lontano 1994 attorniano da un centinaio di deputati repubblicani in una fastosa cornice a Washington, con l’ambizione di scacciare i democratici dalla Camera e di riprenderne il controllo del Congresso dai tempi di Eisenhower. Operazione riuscita nel novembre di quell’anno. Newt Gingrich diventò speaker della Camera, Bill Clinton perse la maggioranza a Capitol Hill.

Quest’anno la musica sembra diversa. Perché quando ha messo – simbolicamente – la sua firma sul “Contratto per il 21 esimo secolo”, Gingrich era attorniano da qualche fotografo, da poche decine di fans e lo scenario era quello rurale dell’Iowa. Newt Gingrich, cattolico, nato a Harrisburg in Pennsylvania il 17 giugno 1943 ma cresciuto in Georgia, è una celebrità nel mondo politico Usa, nel bene e nel male. Perché è stato l’uomo del Contratto, la lista delle dieci cose da fare, l’agenda conservatrice, e ha fatto da balia a una nuova generazione di “Gopers”.

Non è uomo da mezze misure; a bilanciare il trionfo elettorale c’è lo scontro frontale del 1995 con Clinton sul budget, il governo chiuse per “mancanza di soldi” per qualche giorno e gli elettori attribuirono la colpa al duro Newt. Che nel 1996 perse elezioni e nel 1998 la presidenza alla Camera. Colpa anche di un “affaire amoroso”. Guidava spavaldo la caccia al Clinton fedifrago e bugiardo del Sexgate; venne fuori che nel frattempo tradiva la seconda moglie con Callista Bisek, sua assistente, oggi terza moglie, figura ingombrante e pizzicata dal Washington Post a fare shopping da Tiffany. “Tutti i candidati fanno parte dell’1% di ricchi”, la difesa di Newt.

Nei circoli conservatori è una star: promuove programmi d’istruzione, sanitari, scrive libri e tiene conferenze. Gira l’America promuovendo la sua società di consulenza e il suo think tank ad personam, parla saltando da temi di sicurezza nazionale, ai malati di Alzheimer, dal valore dei militari Usa al governo che esplode. Fra i pilastri del suo programma ci sono la riduzione delle tasse, la creazione di posti di lavoro, il limite delle spese federali e l’estensione della guerra al terrorismo contro gli jihadisti. Obama – dice – ha sbagliato tutto in Medio Oriente e così la primavera araba è diventata anticristiana. Piace ai conservatori e a quelli del Tea Party. Meno all’establishment del Gop. I donatori scarseggiano, ha raccolto un decimo di Romney. E in fondo nemmeno la sua voglia di Casa Bianca sembra smodata. Poco dopo aver annunciato la candidatura ha staccato la spina: due settimane di vacanze con Callista lontano dagli Usa. Lo staff è insorto, molti si sono dimessi. Lui serafico: “Non c’è nessun problema”.

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