Il ministro Giarda: «A nome del governo pongo la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti o articoli aggiuntivi sul disegno di legge di conversione del dl 22 dicembre 2011 numero 211». Dai banchi leghisti: «Vergogna, vergogna»

E’ la quarta fiducia del governo Monti, chiesta tra le urla della Lega alla Camera sul decreto cosiddetto “svuota-carceri“, quello che risponde all’emergenza sul sovraffollamento degli istituti penitenziari con la possibilità di scontare gli ultimi 18 mesi della pena agli arresti domiciliari. Già Alfano ministro aveva applicato un simile provvedimento, i mesi erano gli ultimi dodici.

La Lega, allora alleata del Popolo della libertà, votò a favore, ora torna l’antico giustizialismo in un asse che, in un suggestivo parallelo con l’anniversario dei vent’anni di Tangentopoli e il Carroccio tifava “Mani pulite”, si salda con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro: «Invece di fare uscire la gente dalle carceri, mandi qualcuno a pulire qua fuori la sporcizia che c’è nella piazza, è una vergogna! O magari vada a fare spalare la neve.» dice Gianluca Buonanno della Lega con il presidente di turno, Rocco Buttiglione, che gli chiede poco gentilmente di rivolgersi «alla Presidenza e non al governo».

«Cambiano i governi ma non cambia la filosofia sul sovraffollamento delle carceri: il concetto è sempre “tutti a casa”. Ma così non c’è più giustizia, non c’è più sicurezza e nessuno pensa mai a misure strutturali per risolvere davvero il problema» ribatte in tv il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi.

«Nessun delinquente pericoloso sarà libero» promette il ministro Severino riferendosi anche alla prevista detenzione domiciliare per i fermati in flagranza di reato e in attesa del giudizio per direttissima. «Il decreto scade il 20 febbraio e la Lega ha presentato 600 emendamenti e fa ostruzionismo», spiega la Guardasigilli che ha incontrato in mattinata, insieme a Monti e Catricalà, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara. Tema: il sì a sorpresa, settimana scorsa alla Camera, dell’emendamento leghista su una legge comunitaria votato dal Pdl che introduce la responsabilità diretta dei giudici. Un blitz che il Partito Democratico giudica il nuovo scandalo di una vecchia maggioranza anti-giudici rediviva e che, a dire dell’ANM, è un vulnus all’indipendenza della categoria già sul piede di guerra con la minaccia di uno sciopero.

Al termine dell’incontro, “per riportare serenità nelle Aule di Giustizia“, dice il comunicato finale, il governo si impegna a cercare un compromesso tra le forze parlamentari trovando soluzioni adeguate ai principi europei.

«Se si tratta di scrivere meglio la norma va bene – manda a dire il Pdlma il governo non cancelli quello che il Parlamento ha deciso». Alza i toni il leghista Gianluca Pini autore del blitz a Montecitorio, che definisce di una «gravità assoluta» l’apertura di Monti ai giudici.