Francesca davanti a sè aveva un’autostrada in discesa, poteva tutto e tutto le sarebbe stato dato. Parlo di Fran­ce­sca Bar­rac­ciu, consigliere regionale del PD che a settembre aveva vinto le primarie col 44,3 per cento dei consensi ed era diventata – con tutti i mal di pancia degli alleati di coalizione Sel, Idv e Rossomori – la candidata del centrosinistra alle regionali del 16 febbraio. Ma nell’ultima direzione regionale del 31 dicembre, Francesca ha ritirato la candidatura: «Mi ritiro. So che sto facendo la cosa giu­sta perché sto sal­vando il mio par­tito». La candidata democrat si è ritirata perché la Pro­cura di Cagliari l’ha indagata per peculato, ossia appropriazione indebita di fondi pubblici nell’inchiesta che la procura ha aperto nei confronti di diversi consiglieri regionali di vari schieramenti, sul pre­sunto uso a fini per­so­nali dei finan­zia­menti desti­nati ai gruppi.

Ma l’avventura di Francesca è stata a dir poco emozionante. Renziana della prima ora, era la vincitrice che il popolo delle primarie di settembre – le stesse che il Pd sardo aveva chiuso agli alleati con la successiva l’incazzatura di Sel, Idv e Rossomori – aveva scelta a scapito dell’apparato bersaniano: aveva dato dieci punti a Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari e trainspotting di quell’area del centrosinistra ancora molto forte, gui­data dall’ex socia­li­sta Anto­nello Cabras. La Barracciu aveva ricevuto l’appoggio anche dell’ex governatore Renato Soru, con il quale aveva successivamente aperto una breccia critica quando la candidata alla presidenza aveva dialogato, per una possibile alleanza, col Par­tito sardo d’azione (Psd’Az), che nella legi­sla­tura in corso ha gover­nato con Cap­pel­lacci. Mister Tiscali entra immediatamente in fri­zione con Bar­rac­ciu perché non vuole i sar­di­sti nella coa­li­zione: Soru non dimen­tica che, oltre a gover­nare con la destra, il Psd’Az è stato, durante la sua pre­si­denza, tra i più irri­du­ci­bili avver­sari della legi­sla­zione di pro­te­zione delle coste dalla spe­cu­la­zione immo­bi­liare varata in que­gli anni.

Nel frattempo, però, le primarie nazionali cambiano il corso storico del Partito Democratico. Con la sconfitta di Cuperlo anche la geografia sarda subisce un mutamento che ha dell’incredibile. Dall’oggi al domani tutti gli ex bersaniani – come per miracolo – diventano irriducibili renziani: Gianfranco Ganau, avver­sa­rio di Bar­rac­ciu alle pri­ma­rie, diventa uno dei grandi elet­tori di Renzi in Sar­de­gna; altret­tanto fanno Antonello Cabras e il segre­ta­rio regio­nale Sil­vio Lai. Et voilà, da Ber­sani a Renzi in poche set­ti­mane. Altro che salto sul carro del vincitore.

Francesca Barracciu si dimette, ma spara a zero su chi nelle ultime settimane l’ha aspramente criticata, soprattutto i compagni di partito. Forte della garanzia renziana di poter eser­ci­tare il diritto di veto sul nome del nuovo can­di­dato e sulla com­po­si­zione della coa­li­zione di cen­tro­si­ni­stra, Barracciu non crede ai sondaggi che danno nuovamente vincente il governatore uscente Cappellacci (che ha ricevuto l’investitura nuovamente da Berlusconi in persona) e risponde a tono all’alleato Soru – «Non con­sen­tirò a nes­suno, e in par­ti­co­lare a chi ha perso le ele­zioni nel 2009, di fare la morale agli altri. Non con­sen­tirò di esclu­dere dalle liste per­sone o par­titi, ad esem­pio il Psd’Az, non gra­diti a per­so­naggi come questi» – e ai vecchi nemici Cabras e Ganau che nel frattempo hanno trovato l’occasione per rimet­tere in discus­sione il risul­tato delle pri­ma­rie: «È stata loro l’iniziativa di cer­care di por­tare il Pd a una spac­ca­tura insop­por­ta­bile sul mio nome. Sic­come voglio che il Pd e il cen­tro­si­ni­stra vin­cano le pros­sime ele­zioni, fac­cio un passo indie­tro. Un par­tito spac­cato avrebbe signi­fi­cato scon­fitta sicura».

A questo punto la direzione convocata per sabato 4 gennaio dovrà scegliere il nuovo candidato a due mesi dalle elezioni. I nomi che girano sono quelli dei ret­tori delle uni­ver­sità di Sas­sari e di Cagliari, Atti­lio Mastino e Gio­vanni Melis; dell’assessore al Bilan­cio della giunta Soru, l’economista Fran­ce­sco Pigliaru; del segre­ta­rio della Fede­ra­zione nazio­nale della stampa, Franco Siddi; dell’ex asses­sore alla pro­gram­ma­zione, sem­pre giunta Soru, Carlo Man­noni; del sin­daco di Car­bo­nia, Sal­va­tore Cher­chi. Ma non è escluso che si tirino in ballo altre candidature.