Ieri l’Istat ha pubblicato i dati sulla disoccupazione e sulla situazione degli occupati di dicembre. Alcuni punti sono confortanti – si fa per dire -, altri lo sono meno e meritano una lettura più approfondita.

Cala la disoccupazione nel mese di dicembre collocandosi al 12,7% con un -0,1% rispetto al mese precedente. È il prima calo mensile da giugno. Il calo è derivato però dall’aggiornamento che l’Inps ha fatto a novembre, portando il tasso dal 12,7 al 12,8%, quindi non è un dato reale ma virtuale. D’altra parte il record storico annuale dice che i disoccupati nel 2013 sono 3 milioni e 229mila, con un meno un per cento rispetto a novembre (-32mila) ma con un 10% in più su base annua (+239mila).

Anche per i giovani il calo è stato poco evidente: si tratta sempre di un 41,6% rispetto al 41,7 di novembre, ma rimane in sostanza il primo calo evidente da maggio 2013. Su base annua il calo non c’è stato, tant’è che è cresciuto – al pari della disoccupazione generale – di 4,2 punti. È ovviamente una buona notizia, ma guardando meglio i dati si nota che un abbassamento del tasso non ha portato ad un aumento degli occupati, che sono diminuiti, bensì all’aumento degli inattivi – cioè coloro che non lavorano e hanno rinunciato a cercare un lavoro. Quindi non è affatto un dato da leggere positivamente.

Andando a leggere i dati su questi due particolari fenomeni, vediamo che a dicembre gli occupati erano 22 milioni e 270mila, con una riduzione dello 0,1% (-25mila) rispetto a novembre e dell’1,29% (-424mila) su base annua. Per cui il tasso occupazionale scende di un punto attestandosi al 55,3% annuo. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta di quattro decimi rispetto allo scorso mese (+51mila) e di tre decimi (+46mila) rispetto all’anno precedente. Pertanto il tasso di inattivi si ferma al 36,5%, lo scorso anno era al 36,3 per cento.