Un monumento della musica, una di quelle band che quando le ascolti hai due reazioni: rimani in estasi o inizi a cantare e mimare qualche strumento. Oggi vi racconto di un disco che elettrifica il blues e travolge le classifiche con un sound che viene definito “hammer of the gods”, il martello degli dei: sto parlando del secondo album dei britannici Led Zeppelin, pubblicato il 22 ottobre del 1969. Sto parlando di Led Zeppelin II.

Pochi altri album nella storia del rock trasmettono l’energia sfrenata e l’urgenza di “Led Zeppelin II”, disco che arriva dritto al numero 1 in America e Inghilterra, vende 12 milioni di copie e cambia per sempre la storia del rock.

Eravamo sempre sul palco, non c’era un attimo di pausa e i riff di chitarra di Jimmy venivano uno più furioso dell’altro” ha detto John Paul Jones raccontando il primo incredibile anno dei Led Zeppelin.

Nel maggio del 1969, il loro primo album è nella top ten americana (esatto, due album nello stesso anno) e loro partono per sfruttare il visto di sei mesi che al tempo veniva concesso ai musicisti stranieri. Sei mesi per fare tutto; sei mesi per conquistare pubblico e classifiche di tutto il mondo partendo dagli Stati Uniti: concerti, interviste continue con i giornali e le tv, ma soprattutto registrare il nuovo album, il secondo, quello della consacrazione.

Gli Zeppelin fanno tre tour in America più quattro in Inghilterra, e nel frattempo scrivono le tracce del secondo album. “Una vera follia, siamo noi che proviamo i pezzi del tour successivo”, ha detto Robert Plant.

Le canzoni infatti nascono dappertutto: tovaglioli dei ristoranti, note nei blocchetti delle stanze d’albergo… Le tracce vengono registrate tra un concerto e l’altro perché gli Zeppelin entrano in studio ovunque: a Memphis, a Los Angeles, a New York, Vancouver e Londra durante il tour europeo.

Non avevamo tempo, scrivevamo le canzoni nelle stanze d’albergo. Quando l’album è uscito, ero veramente stufo. Lo avevo ascoltato così tante volte in così tanti posti diversi. Penso di aver perso fiducia in esso”, dichiarò Jimmy Page. A tenere tutto insieme è Andy Kramer, che ha già lavorato con Jimi Hendrix e trasferisce tutta l’energia della band su vinile. “Di solito, col secondo album si riesce a sentire la vera identità di una band”, ha detto Jimmy Page. E le vette identitarie si sentono eccome! Traccia per traccia, canzone per canzone, lirica per lirica e strumento per strumento: ascoltate la solo drum di Bonzo Bonham in Moby Dick e poi ne parliamo.

Con Led Zeppelin II la band passa dal blues all’hard rock in 9 canzoni e 41 minuti di musica. Affonda le radici nel passato e crea un nuovo genere fin da Whole Lotta Love, la traccia che apre l’album:

Per la tua privacy YouTube necessita di una tua approvazione prima di essere caricato. Per maggiori informazioni consulta la nostra Privacy policy.
Ho letto la Privacy Policy ed accetto

Qui gli altri Gods of Rock