L’intervento del premier Monti alla Commissione Bilancio e Finanza della Camera è stato molto importante per capire fino a che punto il governo potrà attuare le misure necessarie per uscire dalla crisi.

L’intervento di Mario Monti alla Commissione Bilancio e Finanza della Camera è stato molto importante per capire fino a che punto i migliaia di emendamenti presentati dai partiti sul decreto alla manovra hanno fatto breccia sul governo. Di solito i lavori delle commissioni li segue solo il sito della Camera, stavolta, però, sono passati in diretta su Rai News e SkyTg24 con un folto numero di telespettatori a dispetto dall’orario (le 23 circa) proprio per l’importanza dell’evento.

«Siamo in grado di accogliere suggerimenti per rafforzare l’equità del provvedimento per salvare l’Italia», dice Monti in apertura di seduta. Il presidente del Consiglio ha sottolineato la «natura strutturale di molti interventi e l’equilibrio dell’azione intrapresa con numerosi e durevoli elementi di equità». All’audizione in commissione Bilancio, il premier ha precisato che la manovra porta sì un aumento della pressione fiscale, ma «l’alternativa sarebbe stata un avvitamento nella crisi del debito sovrano che porterebbe, non alla recessione, ma alla distruzione del patrimonio e all’evaporazione del reddito degli italiani».

Monti ha anche spiegato che il blocco delle indennità per le pensioni «non riguarderà la maggior parte dei pensionati e sarà compensato dalla tassazione sullo scudo». Dire «pagano sempre i soliti è rifarsi a luoghi comuni», ha ribadito il capo del governo, riferendosi alle critiche sulla manovra. Poi un annuncio: «Ci sarà una tassa del 4% sui capitali scudati e sarà il prezzo per proseguire l’anonimato». C’è stato il tempo anche per spiegare il no alla patrimoniale: «Non è stato possibile tassare la ricchezza familiare, a partire dei grandi patrimoni. Ho chiesto ai tecnici se fosse possibile farlo subito e mi hanno risposto che non sarebbe stato possibile prima di due anni. Intervenendo subito avremmo abbaiato e non morso».

Per quanto riguarda le agevolazioni alle famiglie, il premier ha detto che «Abbiamo identificato nuova materia: a pagare saranno nuovi noti, in modo tale che potremo tassare meno le imprese e il lavoro, come si conviene a un’economia che vuole crescere. Un ulteriore elemento di equità della manovra è la mancata riduzione delle agevolazioni alle famiglie e risparmi certi con l’aumento dell’Iva. Si potrà così rivedere il sistema delle deduzioni per un più efficace intervento fiscale nei confronti della famiglia». Il premier ha poi aggiunto: «Ho chiesto ai tecnici, visto che non abbiamo tabù politici né in un senso né nell’altro, se la via della patrimoniale subito fosse praticabile e mi hanno risposto che servivano due anni di lavoro per studiare bene la situazione», chiarendo come ci fosse il rischio, nel caso di un intervento immediato, di fughe di capitali.

Tra i passaggi più significativi, probabilmente il più divertente è stata quando gli è stato rimproverato che “per mettere tutte queste tasse non servivano dei professori”. «E’ vero, non servivano – risponde il premier – Allora perché non l’avete fatta voi?».

Infine c’è tempo anche per un riconoscimento ai deputati: «Le vostre critiche e il dialogo con voi ci hanno indotto a migliorare il tutto». Monti è uscito dalla Commissione rinfrancato per l’appoggio della maggioranza, che è certamente sfilacciata (i veti della Lega e dell’Idv si faranno sentire) ma che probabilmente con la fiducia dovrebbe passare senza problemi.

 

Per la tua privacy YouTube necessita di una tua approvazione prima di essere caricato. Per maggiori informazioni consulta la nostra Privacy policy.
Ho letto la Privacy Policy ed accetto

 

 

Per la tua privacy YouTube necessita di una tua approvazione prima di essere caricato. Per maggiori informazioni consulta la nostra Privacy policy.
Ho letto la Privacy Policy ed accetto