Quello che colpisce di più all’indomani del decreto del governo, è la mancata costituzione del fondo taglia-tasse. Se Monti, infatti, non ha voluto creare illusioni, c’è chi invece pensa che qualche aiuto concreto debba comunque essere assicurato a chi sta scivolando nella povertà.

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”]

Monti dice no al fondo taglia-tasse

Come ad esempio il leader dell’Udc Pierferdinando Casini: «Non c’è dubbio che l’extra-gettito derivato dalla lotta all’evasione fiscale deve andare a beneficio delle famiglie italiane». Anche il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha qualche riserva sul mancato fondo salva-tasse: «Capisco che il presidente del Consiglio preferisca non coltivare aspettative, ma i ricavi della lotta all’evasione fiscale devono servire a rianimare l’economia. Bisogna abbassare un po’ il prelievo sul lavoro, sulle imprese che investono e sulle famiglie che hanno consumi così bassi». Dello stesso tono le reazioni del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni: «Finora ci hanno caricato di tasse, o tolgono le tasse a lavoratori e pensionati, o i consumi e l’economia non andranno bene». Per il Pdl parla Ignazio La Russa: «Ogni giorno questo governo deve conquistare e riconquistare la nostra fiducia».

Insomma, l’impressione è che se il bicchiere per il professor Monti – al termine dei suoi primi cento giorni – sia mezzo pieno, per le forze politiche e sindacali è ancora mezzo vuoto. «Una goccia d’acqua in un oceano di sprechi, ruberie e inefficienze», per dirla come il segretario della Cisl Bonanni.

D’altra parte Monti non nasconde la sua soddisfazione per tutti i traguardi raggiunti, con un risparmio di 43 milioni di euro dall’inizio del suo mandato. Rigore, crescita ed equità le parole d’ordine che hanno suggellato i relativi decreti legge: salva-Italia, cresci-Italia, e da ultimo quello su liberalizzazioni e semplificazioni.

Non manca un capitolo sulla cosiddetta “Spending review” – la revisione di spesa voluta fortemente da Monti, ovvero il denaro che viene speso dallo Stato per fini pubblici – con i dettagli sui tagli imposti alla politica, a partire da Palazzo Chigi con la riduzione del dieci per cento delle auto blu, e i risparmi della Presidenza del Consiglio. Per non parlare dei 23 milioni di euro risparmiati nei trasporti dei ministri.

Per quello che riguarda il tasselo ancora mancante, la riforma del mercato del lavoro, oggi il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ribadisce di essere tranquilla e fiduciosa: «La mia determinazione è salda, anche sui tempi previsti»

[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]