Avremmo bisogno di un corso di logica formale, visti gli antefatti. Ma forse sono ancora io che capisco sempre meno. Non capisco, ad esempio, perché fino a qualche settimana fa il risultato elettorale di Marine Le Pen era visto come l’onda nera del populismo di maniera, mentre oggi la signora è diventata il baluardo della concretezza politica perché propone soluzioni interessanti.

Non riesco a capire perché ieri si facevano titoli a quattro colonne sul post di Gillo contro la Shoah, e oggi quelle quattro colonne sono occupate dal partito neofascista di Francia che lo attacca. Cioè, spiegatemi, è questo il metro di paragone qualitativo dei nostri partiti e dei nostri giornali? Ma sul serio?

Per cui quel “P2 macht frei” ha colpito esattamente nel segno. Ma scusate eh, Berlusconi viene oggi condannato (condannato… si fa per dire) a quattro ore a settimana di assistenza sociale agli anziani per aver frodato 360 milioni al fisco – cosa che in tutti i paesi più o meno civilizzati i forconi sarebbero scesi in piazza coi trattori a tirar giù i muri – e da noi che si fa? si dà la prima per mezza giornata a colei che solo una settimana fa era il non plus ultra del populismo politico antieuro solo perché, parenti serpenti, ha osato dare del “provocatore senza soluzioni” a Grillo? Ma che è successo durante la mia assenza da questo blog?

Viviamo veramente nel paese dei giusti. La fotografia di una civiltà rassegnata all’insensatezza, dove la verità percepita è distante anni luce dalla realtà. Il paese in cui un comico si permette di massacrare il ricordo di un male incurabile parafrasando l’unica scritta che non possiamo dimenticare. Il paese in cui la realtà oscena è un titolo sui giornali per mezza giornata soppiantato per l’altra mezza da un’altra oscenità ancora più palese e reale: la falsa condanna di chi ha frodato tutti noi. E ci dicono che il paese dei giusti è da tutt’altra parte, poveri illusi.