Il governo Meloni ha stabilito un prezzo per la libertà dei migranti che arrivano in Italia chiedendo protezione umanitaria: dovranno scegliere tra l’essere rinchiusi in un Cpr o restare liberi in attesa di rimpatrio. Se vogliono restare liberi dovranno pagare una cauzione di 4.938 euro.

Il prezzo della libertà dei migranti

Come possiamo chiedere ai bambini che sbarcano soli, perché i loro genitori sono morti nel deserto, di pagare una cauzione per la loro libertà? Come possiamo chiedere alle donne stuprate dai miliziani libici, che arrivano incinte di uomini che le hanno abusate, di pagare una cauzione? Come possiamo chiedere alle madri che abbiamo visto accalcarsi sul molo a Lampedusa, mentre una figlia sveniva per il caldo e la fatica e il dolore e la paura, di pagare una cauzione?

Centro perimetrabile e sorvegliabile

Il governo ha creato un campo di concentramento per i migranti (domani anche per chi non paga la cauzione) e lo ha chiamato “centro perimetrabile e sorvegliabile”. I responsabili del centro hanno pensato di collocarlo lontano dai centri abitati, in modo che i migranti non potessero sentirsi esseri umani in mezzo ad altri esseri umani.

Pensare ad una norma del genere è un abisso morale. Si tratta di mandare nei Cpr persone che non hanno commesso reati, ma che sono disperati e sono arrivati sulle coste italiane in cerca di protezione.

Sono campi di concentramento

In modo ingenuo, credevamo che qualcuno all’interno della maggioranza di destra – che si illude di essere in qualche modo moderati – avrebbe avuto il coraggio di alzarsi e dire: «Attenzione, questi sono campi di concentramento, non è così che si affronta un problema così importante come le migrazioni». Ci servono solidarietà, collaborazione, gestione dei flussi e coordinamento europeo. Come il Presidente della Repubblica ha giustamente invocato, è necessaria una revisione del trattato di Dublino, contro il parere della Presidente del Consiglio, che dovrebbe spiegarlo ai suoi amici sovranisti.

Invece, il governo ha approvato un decreto ministeriale che richiede il pagamento di 5mila euro a coloro che hanno già dato tutto ciò che avevano ai trafficanti che avevamo promesso di perseguire. Dal decreto Cutro ad oggi, le forze dell’ordine hanno arrestato solamente un centinaio di scafisti, il che non equivale a un successo. Forse, non riuscendo a fermare i trafficanti, il governo ha deciso di imitarne i metodi. Ma attenzione: i soldi verranno restituiti solamente se il richiedente asilo dimostra di avere il diritto di rimanere in Italia, altrimenti verrà espulso.

Chiamate i caschi blu

La Corte di Giustizia Europea ha sanzionato l’Ungheria nel 2020 perché la norma in questione era illegale e non poteva essere applicata.. Nel 2023, l’Italia ha un governo che parla di una nuova tratta degli schiavi e si permette persino di mettere un prezzo sulla libertà dei richiedenti asilo. A questo punto sarebbe necessario chiamare l’ONU, ma non per chiedere aiuto: per inviare truppe di peacekeeping.