Avere lo stesso obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e decarbonizzare la società e l’economia è l’estrema sintesi dei piani europei e statunitensi. Tuttavia, le due parti hanno approcci diversi, soprattutto riguardo al futuro dell’industria automobilistica. La differenza non è solo storica. Oltre alla lunga tradizione amministrativa degli Stati Uniti rispetto all’Unione Europea, vanno considerate anche le diverse modalità di governance e l’influenza del potere economico e politico.

Le critiche verso entrambi i blocchi sono simili, grazie alle diverse misure adottate negli ultimi mesi dagli americani per influenzare il futuro dei trasporti su quattro ruote. Ma Washington ha dimostrato di ottenere risultati significativi grazie all’“Inflation Reduction Act” (Ira), diventato un punto di riferimento nel dibattito più ampio sul futuro industriale dell’Europa.

A rischio monopolio

Partendo dall’analisi dei principali obiettivi dei due blocchi, l’Unione Europea ha scelto di puntare interamente sull’elettrificazione senza compromessi, anche se ciò ha suscitato critiche per l’assenza di una visione tecnologicamente neutrale con la decisione di riservare la vendita di auto nuove ad esclusiva delle elettriche a partire dal 2035.

Pur puntando a un aumento progressivo della quota di veicoli elettrici venduti, Washington non ha fissato una data per il phase-out, consapevoli dell’importanza di non limitare lo sviluppo tecnologico.

L’approccio dell’Amministrazione Biden sugli standard per la ricarica delle auto elettriche è emblematico: Washington non sta imponendo il Ccs (Combined charging standard), lo sta solo favorendo per evitare un monopolio dello standard concorrente, il Nacs, North american charging standard, sviluppato dalla Tesla. Nonostante ciò, il mercato ha fatto una scelta chiara a favore dello standard sviluppato dall’azienda di Elon Musk, anche grazie al sostegno di diverse case automobilistiche e gestori di reti di ricarica.

La mano pubblica

Contrariamente alla percezione comune dell’estrema liberismo economico, il governo statunitense si è dimostrato più interventista nell’ambito dell’industria automobilistica, investendo ingenti risorse per sostenere la transizione verso la mobilità elettrica e promuovendo lo sviluppo di produzioni nazionali. Al contrario dell’Unione Europea, che, nonostante abbia adottato un programma simile di stimoli economici tramite il NextGenerationEu, si trova ancora in fase di discussione delle priorità e delle azioni da intraprendere per la decarbonizzazione europea.

Una delle principali critiche rivolte all’Unione Europea riguarda l’eccessiva regolamentazione e l’infinita burocrazia che rallentano le iniziative e rendono difficoltosa la reazione alle trasformazioni economiche e industriali. Mentre l’Unione Europea fatica a definire una strategia comune per la decarbonizzazione, ogni Paese va per la sua strada. In Francia, il presidente Macron sta pesantemente sostenendo l’industria automobilistica di fronte alla chiusura dei mercati americani e cinesi. La Germania, invece, è una fiera sostenitrice del libero mercato, ma è sempre pronta a finanziare il tessuto economico interno con ingenti aiuti pubblici.

Anche le politiche statunitensi sono state oggetto di critiche da parte dall’Alliance for automotive innovation che giudica “irragionevoli e irraggiungibili” le proposte dell’Epa di arrivare al 37% entro il 2027, al 60% entro il 2030 e al 67% entro il 2032, Le stesse preoccupazioni sulle proposte della Commissione per l’Euro 7.

Rischi collaterali

I due blocchi hanno diversi approcci alla decarbonizzazione, con gli americani che stanno incentivando la produzione di auto e batterie, mentre l’Europa ancora cerca di regolamentare l’industria automobilistica. Il think tank Transport & Environment ha già lanciato un allarme: il Vecchio Continente sarà in una posizione di svantaggio strategico e con una minore quantità di posti di lavoro a causa delle tante aziende che trasferiranno le loro attività negli Stati Uniti, causando un calo del 66% della produzione programmata in Europa. La risposta di Bruxelles è ancora in fase di attesa, mentre alcuni Paesi si impegnano inizialmente a sostenere la propria industria, come dimostrato dalla Tesla e dalla Italvolt.

In definitiva

Europei e statunitensi condividono l’obiettivo di elettrificare il settore automobilistico e la conseguente decarbonizzazione della società, ma le loro diverse politiche hanno portato a risultati e approcci notevolmente diversi. Il ruolo della governance e la presenza della “mano pubblica” nella regolamentazione economica e industriale hanno influenzato le azioni dei due blocchi: mentre dall’altra parte dell’oceano hanno ottenuto successi grazie a politiche interventiste, l’Unione Europea si trova ancora a discutere sulle priorità e ad affrontare critiche per l’eccessiva regolamentazione e lentezza nell’adozione di misure decisive.