The Who sono una rock-band inglese tra le più importanti della storia della musica. La band inizia a suonare nei primi anni ‘60 ed è ancora attiva, esibendosi in vari tour in giro per il mondo. Il gruppo storicamente era composto da Pete Townshend frontman e chitarrista, Roger Daltrey alla voce, John Entwistle al basso e Keith Moon alla batteria. Il primo album di grande successo fu My Generation, con il singolo omonimo che diventa un inno giovanile di quegli anni.

Pete Townshend scrisse la canzone durante un viaggio in treno, si dice ispirato dalla Regina madre che aveva ordinato di rimuovere il carro funebre Packard del 1935 di sua proprietà da una strada di Belgravia perché si era sentita offesa dalla vista di esso durante la sua passeggiata quotidiana attraverso il quartiere.  Altra fonte d’ispirazione accreditata dallo stesso Townshend fu il brano Young Man Blues di Mose Allison: «Senza Mose non avrei mai potuto comporre My Generation». Nel 1985 Townshend disse inoltre alla rivista Rolling Stone: «My Generation aveva molto a che fare con gli sforzi per trovare il proprio posto nella società».

È uno degli inni del movimento Mod. La canzone è caratterizzata da un riff d’introduzione di due note, seguito da un’alternanza di voce e coro. Probabilmente l’elemento più memorabile della canzone sono le parole del testo stesso, considerate una delle migliori e più forti dichiarazioni di ribellione giovanile di sempre. Anche solo il tono irriverente della traccia la rese anticipatrice del movimento punk rock degli anni settanta. Una delle frasi più citate, celebrate e parodiate nella storia del rock è l’affermazione perentoria presente nel brano che recita: «I hope I die before I get old» (“Spero di morire prima di diventare vecchio“).

Come in molti altri dei primi pezzi degli Who influenzati dalla cultura Mod, sono presenti nel brano influenze del R&B statunitense, più esplicitamente nella forma a “domanda e risposta” dei versi della canzone con Daltrey che canta arrivando a balbettare dalla frustrazione e la ripetizione ossessiva del coro “Talkin’ ’bout my generation”:

People try to put us d-down (Talkin’ ’bout my generation)

Just because we g-g-get around (Talkin’ ’bout my generation)

Things they do look awful c-c-cold (Talkin’ ’bout my generation)

I hope I die before I get old (Talkin’ ’bout my generation)

Sullo stile di canto impiegato da Roger Daltrey, un urlo arrabbiato e nervoso carico di rabbia adolescenziale, esistono varie storie sull’origine di questo particolare stile, detto “stutter”. Una di esse afferma che il brano iniziò come un lento blues parlato, ma dopo l’ascolto di Stuttering Blues di John Lee Hooker, Townshend rielaborò la traccia nella forma attuale. Altra ipotesi suggerisce che con la sua interpretazione Daltrey volesse rendere l’idea di un mod sotto l’effetto di anfetamina. Keith Moon riferì che: «Pete aveva scritto le parole della canzone su un foglio di carta e lo diede a Roger, che non le aveva mai lette prima. Così, mentre le leggeva per la prima volta, balbettò. In studio c’era Kit Lambert, che disse a Roger: “Quando canti continua a balbettare”. Così fu, e il risultato lasciò tutti senza fiato. E pensare che tutto accadde solo perché Roger quel giorno aveva il raffreddore».

Anche la strumentazione della canzone riflette le parole del testo ricorrendo a un ritmo veloce e aggressivo. Inoltre, significativamente, My Generation contiene uno dei primi assolo di basso della storia del rock.

Il singolo venne pubblicato il 5 novembre del 1965, 57 anni fa oggi, ed è ancora un inno indelebile degli anni ’60:

My Generation

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