Partiamo dalle basi: i Genesis erano Mike Rutherford al basso, Steve Hackett alla chitarra, Peter Gabriel alla voce, Tony Banks alle tastiere e Phil Collins alla batteria. Si formarono alla fine del 1967 e fino al 1996 continuarono a partorire dischi più o meno redditizi musicalmente e economicamente, poi si sciolsero e, a parte qualche sporadica reunion nel 2006 e nel 2021, i componenti intrapresero tutti una carriera solista con diverse sfaccettature. Qui parlo di uno dei dischi più famosi, sicuramente il più strano e combattuto, ma non quello che ha venduto di più: è l’ultimo lavoro di Peter Gabriel con i Genesis e del motivo per cui lasciò la band nel periodo di massimo splendore artistico.

The Lamb Lies Down on Broadway

The Lamb Lies Down on Broadway” è un’esplosione di genio e audacia da parte dei Genesis. Questo album – il sesto della band -, pubblicato 48 anni fa esatti, segna la fine dell’era di Peter Gabriel con la band britannica, ma segna anche l’inizio della sua carriera solista. E che modo migliore per dire addio alla vecchia strada e abbracciare una nuova avventura se non attraverso un doppio album completamente concept?

Genesi di The Lamb

In “The Lamb Lies Down on Broadway“, Gabriel ci guida attraverso un viaggio stravagante e surreale nella vita di Rael, un ragazzo portoricano che arriva a New York. Fin dall’inizio, siamo catapultati in un mondo onirico in cui Rael si trova di fronte a un agnello sdraiato in mezzo alla strada di Broadway. Da lì inizia un percorso avventuroso attraverso spazi temporali fantastici, in cui Rael si imbatte ripetutamente (e cerca di salvare) suo fratello John, solo per scoprire alla fine che lui e John sono la stessa persona. È un racconto straordinario, un concept album che sfida le convenzioni e ci trascina in un universo di mistero e introspezione.

Peter Gabriel, con la sua voce magnetica e le sue performance teatrali, dà vita a questa storia in modo provocatorio. Ogni canzone è un’esplosione di emozioni, con testi che sfidano le convenzioni sociali e ci spingono a guardare oltre le apparenze. Gabriel ci fa immergere in un viaggio psichedelico, affrontando temi tabù e portandoci nel profondo dell’anima umana. È un’esperienza sensoriale che ci fa riflettere sulle nostre vite e ci spinge a cercare una nuova strada.

The Lamb Lies Down on Broadway” è l’opera di un artista che si ribella agli schemi e che sfida il pubblico a pensare in modo diverso. È un capolavoro visionario che non può passare inosservato. E mentre ascoltiamo quest’album, possiamo solo chiederci: quale sarà la prossima avventura di Peter Gabriel e dei Genesis?

Era prima del punk

Inizialmente, l’idea di basare il nuovo album dei Genesis sulla storia de “Il piccolo principe” era stata suggerita dal bassista Mike Rutherford. Ma Peter Gabriel aveva in mente qualcosa di diverso. Era il 1974. Era prima del punk, e Gabriel pensava di basare la storia su una figura contemporanea, piuttosto che su una creazione fantasy. I Genesis stavano cominciando a entrare nell’era dei grandi e grassi supergruppi degli anni ’70. Non volevano affondare con il Titanic.

Gli altri membri dei Genesis sapevano che questo sarebbe stato l’ultimo album di Gabriel con loro. Non fu un’enorme scissione, nulla aveva a che vedere con la moglie di un altro membro della band, come scrissero i tabloid, e non aveva un problema di alcol o droga. Era semplicemente stanco e sapeva che, se voleva andare avanti, doveva lasciare i Genesis.

Quando Peter Gabriel andò via la prima volta, i Genesis decisero di continuare perché la parte strumentale del disco era stata già scritta durante la sua assenza. Peter Gabriel poi tornò e l’album fu infine completato: prima c’erano delle crepe, ma col ritorno di Gabriel quelle crepe furono coperte, per poi riapparire. Pur con mille difficoltà, “The Lamb Lies Down on Broadway” venne pubblicato e ai fans piacque. Gabriel lo descrisse come un concept album tradizionale, anche se Rael sarebbe stato definito un punk, all’epoca, senza tutte le connotazioni che sarebbero emerse dopo il ’76.

Peter Gabriel lascia

La verità sulla fuoriuscita dai Genesis venne resa nota successivamente: Peter Gabriel stava vivendo un dramma familiare, la moglie ebbe una gravidanza difficile e la figlia appena nata aveva avuto seri problemi che si portò dietro per buona parte dell’infanzia, e, nel 1974, questo pensiero gli sembrava molto più importante dell’avere una carriera, con o senza i Genesis. Quel periodo per i Genesis fu molto difficile, i componenti erano molto egoisti tra loro e su “The Lamb Lies Down a Broadway” lo si vede abbastanza chiaramente.

Infine, Peter Gabriel non si limitò semplicemente a lasciare i Genesis, ma sparì nel suo ruolo di genitore. I Genesis non gli servivano più: “The Lamb Lies Down on Broadway” non fu solo il suo ultimo album con i Genesis, segnò anche la fine di un intero capitolo della sua vita.

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The Lamb Lies Down on Broadway, full album

Frontman nuovo di pacca

Con l’uscita di Peter Gabriel dal gruppo, i Genesis si trovarono di fronte a una grande domanda: chi sarebbe stato il frontman della band? Oggi, per noi la risposta sarebbe ovvia, ma all’epoca non era una soluzione così semplice.

La ricerca di una nuova vita da parte di Gabriel portò anche a una nuova vita artistica per i Genesis e sconvolse decisamente quella del batterista Phil Collins. È ironico, infine, il fatto che sia stato proprio Peter Gabriel a incoraggiare il nuovo ruolo di Phil come frontman e nuovo leader dei Genesis.

Nel 1978 anche il chitarrista Steve Hackett decise di mollare la band, quindi rimasero in tre: Mike Rutherford, Tony Banks e Phil Collins. Ma questa è un’altra storia e loro erano altri Genesis, ma rimangono sempre Gods of Rock.