Aggiornamento 12 gennaio: Il riconteggio dei voti in Iowa, ha dato Rick Santorum vincente per 34 voti nei confronti di Mitt Romney.

*******************************************************************

Mitt Romney stravince in New Hampshire con il 39,5 per cento ipotecando la nomination repubblicana. Dietro di lui Ron Paul col 24% e Jon Huntsman con il 17%. Staccati Gingrich e Santorum entrambi al 9%, disfatta per Rick Perry: ultimo con l’un per cento dei consensi.

Dopo aver vinto in Iowa per soli otto voti di distacco da Santorum, Mitt Romney si prende la rivincita nel New England. Alle primarie mattutine in New Hampshire, stacca tutti ricevendo il voto di quattro elettori su dieci che lo porta ad essere il primo candidato repubblicano, non presidente in carica, a vincere le prime due tappe delle consultazioni nazionali dell’elefante. Tale è la portata del record, che Tim Pawlenty, ex governatore del Minnesota, afferma che«si tratta di una notte storica».

Romney è ormai lanciato alla nomination Gop, e lo si sente anche quando, da vincitore, sfrutta il momento per pronunciare dalla Southern New University del New Hampshire un discorso in cui lancia la sfida a Barack Obama: «Il presidente vuole radicalmente trasformare l’America mentre io voglio restaurarla, lui si ispira alle capitali europee io alle città della nostra nazione, lui ha aumentato il debito io pareggerò il bilancio, lui ha perso la tripla AAA io la riprenderò, è il momento di batterci per l’America che amiamo».

Il prossimo steccato da abbattere è in South Caroline il 21 gennaio. Se Mitt dovesse vincere con un buon margine – dato che si tratta di una roccaforte conservatrice – nessuno potrà più togliergli la nomination a Tampa. E sempre dalla Merrimack County, Romney lancia un appello ai prossimi elettori: «Questa notte chiedo alla gente del South Caroline di unirsi ai cittadini del New Hampshire». L’intento è evitare gli ennesimi attacchi dai rivali. Infatti, prima di volare a Charleston dove da oggi inizia una nuova maratona elettorale, Romney chiede a quei «repubblicani disperati che si sono uniti al presidente negli ultimi giorni» (riferito a Newt Gingrich) di smetterla con gli attacchi feroci alla sua persona perché «l’importante è battere Obama». Anche Ari Fleischer, ex portavoce di George W. Bush, è dello stesso parere:«L’unico che ancora può ostacolare la corsa di Romney è Newt Gingrich».

La novità stavolta ha il volto e il nome di Ron Paul. Il deputato texano, come in Iowa, è riuscito a catalizzare i voti di quel movimento di protesta di cui fanno parte soprattutto i giovani. Se Romney non tiene conto di questi elettori non avrà vita facile alla Convention di Tampa. Il mantra di Paul è sempre lo stesso: «Continueremo a batterci contro le lobby, per le libertà individuali e il rispetto della Costituzione». E forse per questo che ha molto seguito tra i giovani.

Al terzo posto si è piazzato Jon Huntsman. L’ex ambasciatore in Cina aveva speso tutto per insidiare Romney nel nord-est americano: arrivando terzo le sue chances si sono notevolmente ridimensionate, anche perché non ha fondi nè organizzazione per competere con Romney in South Caroline.

Il risultato di Rick Santorum in NH ha confermato che in Iowa è stato solo l’exploit del momento. L’ex senatore della Pennsylvania potrebbe avere ancora qualche cartuccia da sparare, ma fondamentalmente la sua candidatura finisce nel New England.

Come molto probabilmente è finita l’esperienza di Rick Perry a queste primarie. Il governatore del Texas non ha fatto campagna in New Hampshire preferendo il South Caroline, e i risultati si sono visti: dopo il 10% a Des Moines, oggi ha ottenuto uno sbilenco un per cento che lo porta seriamente a riconsiderare la sua campagna e, sostanzialmente, la presenza a queste primarie.

L’impressione finale è che la giostra delle primarie repubblicane stia oramai girando a favore dell’ex governatore del Massachusetts.

I nostri articoli sulle Primarie Repubblicane 2012
Guida alle elezioni statunitensi
I candidati alle primarie GOP