La legge di Bilancio del 2023 ha cambiato le regole del Reddito di cittadinanza, riducendo il periodo di ricezione a sette mesi per tutte le persone aventi diritto che non abbiano minori, persone disabili o con età superiore ai 65 anni nel proprio nucleo familiare. L’esclusione tiene conto solo del requisito di occupabilità delle persone in questione, ma non di tutte le situazioni di marginalizzazione sociale elencate dall’Ansa, che rendono necessaria un’integrazione del reddito.

Inoltre, a partire dal primo gennaio 2024, il reddito di cittadinanza sarà sostituito dall’Assegno di inclusione. Il nuovo sussidio verrà riconosciuto solo alle persone in condizioni di necessità che hanno minori, persone disabili o persone con più di 65 anni nel proprio nucleo familiare, che dovranno comunque seguire gli obblighi di formazione e lavoro per chi è occupabile. Può essere ricevuto solo da cittadini italiani o europei residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo. Chi non rientra in questa categoria potrà fare domanda per ricevere il Supporto per la formazione e il lavoro, rimborso spese da 350 euro al mese per un massimo di un anno. Tuttavia, il sostegno si può ottenere solo una volta iscritti ad almeno tre agenzie per il lavoro e mentre si partecipa a corsi di formazione dedicati.

Le nuove regole hanno suscitato forti critiche da parte dell’opposizione e dei sindacati, che hanno accusato il governo Meloni di aver scaricato la responsabilità sui comuni per occuparsi di tutte le famiglie che perderanno il Reddito di cittadinanza. Secondo la Cgil, i comuni non hanno risorse e personale per prendersi cura delle persone e comunicare la presa in carico all’Inps. Inoltre, mancano le procedure, le circolari e l’attivazione del supporto alla formazione, che non partirà comunque prima di settembre.